Luca Sigurtà + Fhievel + Hue / Hue plays other people
Hue collaborations with other musicians and friends

REVIEWS:

Live at Lab 12 Pt. 1 & 2


Mark Pauwen, Earlabs

Beginning with a striking of matches, a striking of flints; a means of ignition of sorts – then, slowly, the whole apparatus comes into work/being. Here arises a quietly subliminal and then sublime paradigital reality. At first there appears a faint humming undergrowth, occasionally disrupted by tiny digital entities (flowers of sorts?). More and more though this magnetic garden view becomes a conflation of different dimensions, perspectives, levels and scales. Pointillist, cubist, abstractionist, minimalist – in many ways, through different strategies any firm grip on perspective and narrativity is proven to be dismantled, positing in its place a fluidal transmission of electrical events. Perceived from within a wholly depersonalized sense of the organism – as from within a womb of sorts – these sounds impinge themselves as merely indirect stimuli on the beholder, the relation between the intentionality of the event and the event’s perception disrupted by an electricized tissue of indeterminability. A soothing indeterminability it is – whether we be apes or humanoids, on this most vital bioelectrical level then at least we can still be touched and moved by our experiences.


http://www.earlabs.org/release/shortee.asp?reviewID=495




Alfredo Rastelli, Sands-zine

Musica elettronica viva.

La serie Sine3pm di Sinewaves, portale/netlabel di musica elettronica, partita ormai 3 anni fa, continua le pubblicazioni con le due uscite, al numero 39 e 40, di Hue, la prima insieme a Luca Sigurtà e Fhievel, la seconda in solo. La prima delle due presenta tre movimenti, frutto di improvvisazioni dal vivo in quel di Vigevano, ospiti di MadameP Patrizia Oliva, nel maggio del 2005, all’interno della festival “Survivors At Lab 12”. I tre, con i loro rispettivi e-book, si lanciano in minimali suite elettroacustiche d’ambiente (Rev_enf - fragment E; Rev_enf - fragment F) e da camera, con raffinatissimi e ‘musicali’ inserti sonori (la prima parte di Rev_enf - fragment N con deliziose note di piano). Erano due anni che Hue non suonava dal vivo e questa esibizione, così come quella di cui mi accingo adesso a scrivere, hanno rappresentato un ottimo banchetto di prova per l’artista. Ne viene fuori, nel solo come nel trio con Sigurtà e Fhievel, una musica carica di pathos e di energia, soprattutto quando è Hue a tenere banco. Nell’esibizione in solo (la prima in assoluto per lui), stesso luogo, altro anno (ottobre 2006), Hue concede qualcosa in più in termini di ascolto, dalla nebbia noise di The Morning Sounds (samples by Gaia Margutti), alle aperture acustiche di Nefelodhis I (feat Franz Krostopovic and Cristiano Lupo), alla combinazione ritmo dance/piano Due ore in dieci anni, all’uso dei file recordings, all’incedere ritmico quasi industriale di Erimos IV (feat MB sounds). È un esibizione basata su materiali provenienti da altre fonti, compresa una cover dei Waterboys (A Girl Called Johnny (cover from Waterboys, whistles and recordings by Gaia Margutti)) che Hue rielabora e da cui prende spunto per creare composizioni sempre originali. Entrambi ottimi.


http://www.sands-zine.com/recensioni.php?IDrec=886



Andrea Ferraris, Sodapop

Un preambolo più che dovuto per dire che se Uggeri non è capace a stare fermo sembra che anche i due biellesi che lo coadiuvano in questo live non sono da meno. Seconda cosa, proprio al Lab 12 quest’inverno ho avuto la fortuna di poter vedere un live del Pocket Progressive (Sigurtà, Rocchetti, Fhievel) e nonostante lo sparuto pubblico direi che tiene fede alla nome che ognuno dei tre si sta guadagnando anche singolarmente. Direi che l'aver menzionato il Pocket Progressive caschi a fagiolo visto che cambiando un elemento cambia il risultato ma la materia resta molto simile. Se dove Rocchetti è più plastico (nel senso di "bomba al plastico") Hue è molto più asciutto, se dove il trentino sale e scende come un Meserschmidt durante il bombardamento di Coventry, Hue è trattenuto come un agente della stasi sotto tortura. Elettronica "d'ambiente" fra soundscapes, sonorizzazioni, microelettronica e sovrapposizione di strati che non arrivano mai a seppellire la performance. Certo, il live non è privo di folate improvvise e di sventagliate digitali piuttosto rumorose ma rimango dell'idea che rispetto al Pocket Progressive la performance sia più "trattenuta" (che non è per nulla un male per altro). Si gioca col silenzio, c’è spazio per far decantare tutto e ci sono dei momenti molto ispirati tanto come delle fasi interlocutorie come in molti live tanto che verrebbe da pensare che la sua dimensione migliore sia quella della performance più che del disco ma come molta musica di genere.

http://www.sodapop.it/rbrth/content/view/273/9/


Andrea Ferraris, Sodapop

Se avete dato un'occhiata all'intervista che gli abbiamo fatto qualche tempo fa avrete capito che Matteo Uggeri in arte Hue pur avendo avuto icone giovanili come Maurizio Bianchi se ne è distaccato parecchio musicalmente forse l'unico tratto in comune con il suo più maturo concittadino è la prolificità. Ero rimasto piacevolmente colpito da Un'Estate Senza Pioggia ma per quanto la produzione forse fosse migliore di questo Live At Lab 12 in realtà la web release è decisamente superiore. Potrei quasi azzardare che Hue stia alle field recordings melodiche tanto come Punck lo stia all'elettronica minimale ma a suo modo “desolante”. Non elettronica “post rockesca” più vicina agli Sparkle in Grey ma texture composte da field recording e da ritmiche minimali colorate con delle melodie semplicissime ed uno spruzzo di elettronica qualcosa situato in mezo fra Kranky, 12K fino a delizie orientali da Flop. Semplicità è la parola d'ordine tanto che Uggeri non lascia andare nessun suono senza prima averlo sviluppato per bene e quindi anche l'effetto da loop continuo ogni tanto è da mettere in conto. Un suono a tratti melodico ed a tratti ipnotico comunque molto suggestivo, ben proporzionato e fine, tanto da piacere anche a quel fichetto di De Waar e sebbene l'ultima sia una battuta in realtà inquadra perfettamente la natura del disco che si trova a metà strada fra i field works che l'olandese ha sponsorizzato con Korm Plastic e l'elettronica minimale giapponese che ha fato la fortuna di gente come Sawaco. Gran bel lavoro.

http://www.sodapop.it/rbrth/content/view/272/9/



Frans De Waard, Vital Weekly

These two MP3 releases have various things in common: first of all there is of course the presence of Hue, an Italian musician with some reputation, but both releases were recorded live at Lab 12, which is the house of one Madame P, also known as Patrizia Oliva (who has a nice solo vocal act on the road actually). She organizes from time to time concerts in her own house. One of these events was a two days festival of experimental music, which had a concert by Luca Sigurta, Fhievel and Hue in May 2005. On the backside of the cover we see these three young men looking at their screens of laptops. Don't let this put you down, as the music is quite nice. It's no doubt edited out of a larger whole, and contains the usual elements of static, crackles, hiss, tick and beep, but throughout they play quite an interesting, at times moody and at times a bit more forceful set of electronic improvisation. Perhaps if you saw live concerts involving laptops before or even improvisations involving people playing such like, then this release may hold nothing new, but I thought this was alright. More home listening fun than suited for a concert situation, perhaps.
Hue himself has been playing concerts with such bands as Sparkle in Grey but in fact in didn't play solo until 2006, upon the suggestion of Luca Sigurtà. He made his solo live debut as Lab 12 in October last year. As the title already suggests he plays around using other people's sound files; people like Gaia Margutti and Maurizio Bianchi and he even does a cover of the Waterboys. Hue's music is not sounding improvised at all, but carefully planned (probably not a strange thing if this is his first solo concert). In the five pieces he displays a love deep ambient music, in combination with a pulsating rhythm, which is rather trance inducing than a strict dance rhythm. In the piece that uses the Bianchi sounds, 'Erimos IV', this works best in a somewhat noise like setting. The Waterboys cover is an interesting exercise in field recordings and electronics, without having much to do with the original, I think. Quite a fine concert, certainly not bad for a debut. (FdW)


http://www.vitalweekly.net/576.html








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Grey Sparkle


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Matteo Uggeri


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