No Harlan Spring (Festival Musicale Antispecista)

Harlan è una multinazionale del terrore vivisezionista-biotech.
Fermiamo Harlan è il movimento reale che boicotta Harlan.

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13 maggio, Torchiera (Milano)
3 €
dalle 18.30 aperitivo vegan

Clan
Nicola Ratti
IOIOI
Luciano Maggiore&  Francesco “Fuzz” Brasini
Giuseppe Ielasi
Satan is my Brother


14 maggio, Baraonda (Segrate)
3 €
dalle 18.30 aperitivo vegan

Sparkle in Grey
Quasiviri
Ultraviolet Makes Me Sick
Kobayashi
Dresda
Three in One Gentlemen Suite
Bologna Violenta
Death of Anna Karina

“In virtù della musica i sensi godono di se stessi” si diceva. E di se stesso gode il Senso, potremmo chiosare, senza tradire troppo le intenzioni. La musica non è infatti un semplice “motore” del pensiero. Essa è pensiero. È il suo ritmo e la sua profondità. E’ la sua curvatura.

E il concetto? La musica è pensiero pre-concettuale, cioè pensiero al suo stato aurorale, o notturno. Del pensiero è il fondo abissale, cioè senza fondo, abisso dell’anima che si raccoglie nell’abisso dell’essere. “Che fortuna sarebbe per i...l pensiero il naufragio” diceva Heidegger. La musica è giusto questo: naufragio, deriva, vagabondaggio, smarrimento del pensiero. Verso il luogo dove il pensiero è finalmente tale: nella perdita, nell’estasi di sé.

Per questo, dovendo saltare oltre il fondamento dell’ovvio, del non-pensato e del vietato-da-pensare, proviamo a cominciare dalla musica. Da musica non ovvia, non costruita serialmente per il consumo di masse (che non esistono, dandosi solo esistenti singolari in relazione). Decostruire il consumo di massa è decostruire le masse omologate e il consumo stesso.

E il consumo è più di ogni altra cosa consumo del vivente.

Saltiamo oltre la rimozione. Saltiamo nell’abisso notturno e limaccioso della messa in gioco. Nella notte in cui tutto va in gioco. In cui si riscrivono le regole e leggi. In cui la verità, ora stecchita ma mortifera, rivive e si trasforma.

E’ il gioco abissale della partecipazione. Del con-tatto. Delle relazioni fra gli esistenti singolari, da cui non possiamo più tenere fuori i non-umani. Perciò le regole e le leggi andranno riscritte non solo pensando a loro, ma anche e soprattutto pensando con loro, facendoli partecipare.

Democrazia è una parola che sta andando in pezzi. Ma non solo perché viene sottratta gli umani – e l’hanno mai avuta, l’hanno mai praticata e condivisa, gli umani?
Democrazia va in pezzi anche perché preme sui suoi confini il non-umano.

E noi siamo qui, dall’altra parte, a scavare verso di loro.

 

Cell: 3396802655

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